NAPOLI, LA BRISTOL D'ITALIA.

C’è un filo rosso – anzi, nero e profondo come il basso che vibra nelle viscere di un sound system – che unisce Bristol a Napoli. Due città di mare, due città di margine, due città ferite e indomite che hanno fatto della musica un linguaggio di resistenza.

E i Massive Attack, architetti sonori dell’inquietudine urbana, questo filo lo hanno stretto al petto. Non è un caso che Robert Del Naja, in arte 3D – mente visiva e politica del gruppo – abbia origini italiane, e un rapporto viscerale con Napoli. È qui che la loro musica ha trovato eco autentica, carne viva, un pubblico che non ha mai ascoltato, ma sentito.

Una relazione che pulsa nel tempo

I Massive Attack non sono mai stati semplici visitatori a Napoli. Dal primo live nel 2003 a quelli del 2008 e del 2016, ogni concerto è stato un rito collettivo, un’immersione nei bassi profondi di una città che non ha mai avuto paura del buio.

E ora, nel 2025, tornano all’Arena Flegrea per il Noisy Naples Fest – non per nostalgia, ma per appartenenza. Perché Napoli è una piccola Bristol: stessa fame di identità, stessa rabbia sublimata in arte, stessa capacità di fare del disagio un linguaggio estetico.

la napoli trip

Nel 1995, quando i Massive Attack chiedono agli Almamegretta di remixare “Karmacoma”, non stanno semplicemente cercando un suono nuovo: stanno cercando una voce parallela. Ne nasce “The Napoli Trip”, un remix che non è solo musicale, ma culturale.

Dub, dialetto napoletano, spiritualità urbana: gli Almamegretta non traducono il brano, lo trasfigurano. In quel momento nasce una costellazione sonora che unisce due periferie del mondo, due scene underground che non hanno mai chiesto il permesso.

dissenso in cuffia

Bristol è stata la capitale del trip hop, Napoli quella del dub mediterraneo. Ma in entrambe le città, la musica è stata anche un atto politico. I Massive Attack hanno sempre sfidato le logiche del mercato, sostenuto cause umanitarie, denunciato ingiustizie sociali con lo stesso rigore con cui disegnano le luci dei loro concerti.

E Napoli ha risposto. Qui, più che altrove, la loro musica non è solo una colonna sonora, ma un linguaggio condiviso. Come quando cammini per Montesanto o il Centro Direzionale e senti che quel beat oscuro ti appartiene. Non perché l’hai scelto, ma perché ti ha scelto.

22 giugno 2025: la nuova liturgia

Il ritorno dei Massive Attack al Noisy Naples Fest non è solo un evento: è una consacrazione. In un’Arena Flegrea sospesa tra cemento e cielo, la loro elettronica scura incontrerà ancora una volta l’anima luminosa di Napoli.

E forse 3D, tra un visual criptico e un attacco di basso, penserà a quanto questa città gli somiglia. Non perfetta, non semplice, non lineare – ma vera, come la musica che da trent’anni continua a reinventare.

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jj